L’utilizzo di sanguisughe per curare è una tecnica che risalirebbe addirittura a circa 1500 anni prima di Cristo, nell’Antico Egitto. Successivamente tutto il bacino mediterraneo si appropriò della tecnica: anche Galeno (II sec. d.C) e successivamente Avicenna (X sec. d.C.) nel suo “Canone della Medicina” promuovevano e davano istruzioni sull’ impego delle sanguisughe. Nel XIX secolo erano talmente di uso comune e apprezzati i risultati, che la Francia ne importava circa 40 milioni l’anno!
Negli ultimi decenni le sanguisughe sono state studiate in maniera dettagliata e scientifica. Uno studio del 2017 ha identificato nella saliva delle sanguisughe oltre 100 molecole biologicamente attive quali: anestetici (riducono o eliminano il dolore), vasodilatatori (migliorano l’afflusso di sangue), batteriostatici (impediscono lo sviluppo dei batteri), antiinfiammatori (riducono o eliminano l’infiammazione), antiedemigeni (riducono l’edema), anticoagulanti (arrestano la coagulazione), fibrinolitici (sciolgono i coaguli e la fibrina).
Inoltre la saliva delle sanguisughe contiene vari peptidi che favoriscono la riparazione tissutale.
Nel momento in cui la sanguisuga morde la cute, i pazienti umani riferiscono un dolore lieve, somigliante al tocco di un’ortica. Immediatamente viene rilasciata la saliva nella ferita, allo scopo di fluidificare il sangue della preda e renderlo fruibile per la sanguisuga. In particolare verrà assunto sangue venoso, il che favorisce la riduzione della congestione.
La suzione della sanguisuga può durare anche più di un’ora, ma si è visto che dopo 25 minuti già l’efficacia è ottenuta, e si può indurre la sanguisuga a lasciare la presa. Questo va fatto nel modo appropriato, perché nell’afferrare la sanguisuga si potrebbe indurne il rigurgito con un concreto rischio di infezione. La sanguisuga infatti possiede, come noi, dei batteri all’interno dell’intestino, i quali sono potenzialmente patogeni se rilasciati in una ferita. Per questo motivo di solito si preferisce aspettare che la sanguisuga finisca il suo pasto e si distacchi da sola. Resta una ferita che somiglia alla stella Mercedes.
L’effetto anticoagulante dura fino a 12 ore, per questo il sanguinamento a seguito del distacco della sanguisuga può durare fino a 24 ore nell’uomo. Negli animali il sanguinamento è molto ridotto (di solito meno di 1 ora). Naturalmente il sanguinamento fa parte del trattamento! Si considera che da ogni morso si perda circa 30ml di sangue.
Le indicazioni per un trattamento con le sanguisughe (IRUDOTERAPIA) sono:
- ARTRITI: è stato provato che l’irudoterapia può ripristinare il trofismo della cartilagine negli stadi iniziali di degradazione (fase acuta), mentre può promuovere l’ossificazione in fasi avanzate di rimaneggiamento osseo, portando ad una rapida scomparsa del dolore. In ogni caso la circolazione migliora localmente, con rimozione dei mediatori dell’infiammazione causa del dolore.
- FERITE, PIAGHE E CICATRICI: il morso delle sanguisughe porta a una riduzione dell’infiammazione, rapida riduzione della presenza di pus e a una accelerazione della riparazione dei tessuti. Le vecchie cicatrici vengono rimodellate e tendono a sparire (a seconda dell’entità), favorendo la rimozione delle aderenze o trazioni/blocchi funzionali.
- INFIAMMAZIONI: oltre alle infiammazioni articolari, anche quelle di cute e connettivo possono beneficiare di una guarigione veloce e duratura.
Esempi nel cane: otoematomi, displasia dell’anca, patologie discali, granuloma da leccamento, ferite, mastiti, piaghe da decubito, etc…
Esempi nel cavallo: artriti e periostiti, laminite, navicolite, tendiniti, eczemi, ferite contuse, ascessi, mastite, infiammazione dei genitali, ferite da castrazione, etc…
Esistono delle controindicazioni, seppur poche, all’utilizzo delle sanguisughe: difetti di coagulazione o terapie con anticoagulanti, anemia grave, diabete.
Nonostante la irudoterapia sia un trattamento sicuro, ci possono essere alcuni rari effetti collaterali individuali quali: reazioni allergiche nel sito del morso, disturbi cardiovascolari (pallore, tremori, dispnea). In genere si tratta di eventi che si risolvono facilmente e velocemente. Come detto, qualora la sanguisuga rigurgitasse, si potrebbe avere una infezione locale che può richiedere una terapia antibiotica. A volte la guarigione delle ferite/piaghe, che normalmente risulta perfetta anche per la ricrescita del pelo, può esitare in una cicatrice.
Dr.ssa Michela Picardi
Medico veterinario